5 AZIONI PER UNA SANA EDUCAZIONE EMOTIVA
Quando passa il primo anno di vita del tuo bambino ti accorgi subito che inizia in lui un cambiamento, sembra essere più emotivo rispetto al prima dove tutto ruotava alla necessità di calmare e colmare il suo bisogno fisico. Il pianto nel primo anno di vita è rivolto per fame, stanchezza, malattia, ma raramente lo è per tristezza o rabbia.
Al crescere del bambino verso i 14 mesi inizia a presentarsi la prima espressione emotiva vera e propria. Se frequenta il nido, coincide con l’incontro di un suo pari. Per cui la contesa di un gioco per esempio fa emergere in lui per la prima volta un pianto di tristezza, o un atto molto genuino di quella che noi chiamiamo rabbia ma che per bambini così piccoli non ha la stessa accezione, non ha infatti quella cattiveria che spesso può invece essere identificata nella rabbia, per alcuni tratti, degli adulti.
Fatta questa premessa, rimane che i genitori tutt’ad un tratto non si trovano con nuove emozioni che non riguardano fame, sonno, malattia, ma che sono i primi passi per il mondo comunicativo e di relazione con loro per prima e i pari poi. Questo è un momento delicato e il migliore per mettere in atto i migliori libri per una genitorialità consapevole e su misura per il bambino.
Spesso però cadiamo perché siamo stanchi da giornate troppo piene, e il pianto per un gioco al parco condiviso non lo regiamo. Per non fare la figura di madre incapaci, togliamo al nostro per dare all’altro, al fine di non lasciare una nostra immagine negativa nella mamma dell’altro bambino. Non funziona così. Educare alle emozioni è un processo lento e il più lungo nella crescita di un figlio ma quello che nel tempo darà più strumenti al tuo bambino e futuro ragazzo di relazionarsi nel mondo. Per questo è bene iniziare quanto prima e non attendere che passano gli anni migliori per seminare queste buone abitudini che spesso fanno rivedere quelle dell’intera famiglia
EDUCARE ALLE EMOZIONI
nel mondo dei bambini è un compito che non aspetta solo ai genitori ed educatori ma ad ogni adulto responsabile che riconosce nei bambini come il nostro domani.
- Prendendo consapevolezza delle proprie emozioni oggi che sei adulto e genitore.
- Offrendo un vocabolario di parole e sensazioni che aiutino il bambino/a a capirsi.
Esempio: ti senti triste? Ti dà frustrazione? Non temere se inizialmente non ti comprende iniziar a seminare. - Normalizza.
Esempio: “Sai è normale sentirsi preoccupati quando ci sono dei temporali forti”. - Valutare sempre la persona mai il comportamento, come?
Evita: “Se non mangi non sei un bravo bambino” ma prova “Mangiare ti permette di essere in forza per giocare tanto con i tuoi amici” - Non spingere i bambini in giochi o esperienze di cui hanno paura perché poi tanto tu sai “che gli passa” ma offri a loro la possibilità di scegliere anche di dire di no, e per questo non prenderla sul personale.
COSA AGGIUNGERESTI?
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Clicca qui se desideri capire come aiutare il tuo bambino a gestire le sue emozioni, le vostre emozioni, attraverso il dialogo e non le urla.
Se desideri capire come aiutare il tuo bambino nella relazione con i suoi pari
Ti leggo nei commenti!
Elisabetta